Nel primo trimestre del 2016 le compravendite nell’intera provincia sono state 1.805 ed erano state 1.452 nel medesimo periodo del 2015 (a Padova, compresa nel dato anzidetto sono state 580 ed erano invece 411). Fatti due conti il capoluogo cresce del 41 per cento e l’intera provincia del 24. Nel secondo trimestre dell’anno in corso nell’intera provincia si registrano 2.383 compravendite - erano state 1.878 l’anno scorso - e solo in città 723 contro le 567 del 2015.

(da Il Mattino di mercoledì 21 settembre 2016)

Crescita del 27 per cento nel primo semestre 2016 per gli acquisti in città e in provincia.
Silvia Dell’Uomo (Fimaa): «Non creiamo troppe aspettative, siamo lontani dai livelli del passato»

di Carlo Bellotto

PADOVA. Riparte il mercato immobiliare del settore residenziale a Padova e nell’intera provincia, con numeri a doppia cifra che non lasciano spazi a dubbi. Il condizionale è d’obbligo, perché gli addetti ai lavori non la pensano proprio così. Questi i dati dell’Osservatorio del Mercato Immobiliare, diffusi dall’Agenzia delle Entrate.casa

Nel primo trimestre del 2016 le compravendite nell’intera provincia sono state 1.805 ed erano state 1.452 nel medesimo periodo del 2015 (a Padova, compresa nel dato anzidetto sono state 580 ed erano invece 411). Fatti due conti il capoluogo cresce del 41 per cento e l’intera provincia del 24. Nel secondo trimestre dell’anno in corso nell’intera provincia si registrano 2.383 compravendite - erano state 1.878 l’anno scorso - e solo in città 723 contro le 567 del 2015.
In entrambi i casi si è cresciuti del 27 per cento. Quindi c’è da festeggiare? Non lo fa Silvia Dell’Uomo, vice presidente vicario della Fimaa, la Federazione degli agenti di mediazione e vice presidente dell’Ascom che spiega anche il perché. «Mi fido delle cifre, sono alte, ma andrebbero analizzate per bene che non ci siano dei segmenti che hanno influenzato il dato. L’anno scorso eravamo ad un più interessante ma per risalire al valore degli anni pre-crisi ce ne vuole.
Padova Ricordiamoci che il mercato era crollato del 60-70 per cento. Per ritornare a quei valori servirà del tempo. Non dobbiamo creare false aspettative in chi sta provando a vendere la propria casa o appartamento. Non è che alla luce di questi dati, possano chiedere, magari quei 50 mila euro in più di valutazione. La flessione del valore degli immobili, seppur rallentata, sta proseguendo».
Silvia Una crescita quindi c’è e si vede, ma di strada ce n’è ancora molta. Dall’osservatorio della Dell’Uomo fa la differenza la classe energetica degli immobili, soprattutto quelli in classe A e B. «In questi casi i venditori possono permettersi di pretendere un prezzo buono, ma questo riduce di molto la fetta di abitazioni a quelle costruite negli ultimi 5 anni. Chi compera è ben disposto a spendere di più ma sa che è certo un sensibile risparmio sulla bolletta, sia per il riscaldamento che il raffreddamento. Il resto, quindi le classi G e F, ma pure tutte le altre, si fatica un po’ a piazzarle. Ovvio comunque che una casa che ha 15 anni la si vende meglio di una che è stata costruita 40 o più anni fa». In merito alla richiesta del mercato di un quartiere rispetto all’altro in città, la vice presidente della Fimaa non si sente di penalizzare nessuna zona. «Non è il caso di demonizzare l’Arcella o la Guizza, il degrado ormai non risparmia più nessuno. Ma le situazioni spesso si ribaltano». Dal 2007 ad oggi le abitazioni in media hanno perso valore dal 30 al 40 per cento. Ora si sta pian piano recuperando, ma con molta fatica. Nel 2007 a livello nazionale si realizzavano all''incirca 950 mila compravendite nel 2014 si è scesi addirittura a 420 mila, un numero in linea pure con il 2015. Per il 2016 si alzerà, ma incidendo di molto poco.