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Sarà mai più come prima il mercato immobiliare? Dove il "prima" era il "prima" del Covid-19? "Se il trend di queste prime settimane "post" va preso per buono e fatta una doverosa riserva visto che il Covid-19 ci ha insegnato che tutto può essere anche il contrario di tutto, direi che niente sarà più come prima"
Silvia Dell'Uomo è la presidente degli agenti immobiliari e dei mediatori d'affari dell'Ascom Confcommercio di Padova. E' appena venuta in possesso delle statistiche regionali del Veneto sul mercato immobiliare riferite al 2019 e pubblicate dall’Osservatorio del Mercato Immobiliare dell’Agenzia delle Entrate. Fonte dunque "ufficialissima" che segnala, per ciò che riguarda il Veneto, una situazione relativa alle transazioni che segue il trend di crescita degli ultimi anni, con un +5,4%, che è un dato comunque superiore rispetto alla media italiana (+4,14%). La Provincia di Padova tuttavia si attesta comunque sotto tali medie, con un + 3,6%. "Ovviamente - continua Dell'Uomo - stiamo parlando del 2019, ma dal febbraio scorso ogni riferimento al passato è buono per le statistiche, decisamente meno per la realtà delle cose".
E la realtà, a Padova e provincia, dice la gente ha scoperto che la casa è il primo elemento di contrasto alla pandemia. "In questi mesi - spiega la presidente della Fimaa Ascom Confcommercio - abbiamo avuto indicazioni contrastanti sull'uso delle mascherine e dei guanti, ma sul fatto di "rimanere a casa" tutti, fin dal primo momento, sono stati concordi e tutti si sono accorti che in casa c'è bisogno di spazi".
Così, a forza di restare a casa, la gente si è accorta che 50 metri quadrati in lockdown sono un problemino per cui il mercato, attualmente, chiede case che abbiano se non proprio il giardino almeno un terrazzo. "Il 90% delle richieste - precisa Dell'Uomo - si muove in tal senso. Un trend che in qualche modo era già in atto se è vero, come è vero, che Padova città già nel 2019 segnava una flessione (-3,1%) della richiesta di abitazioni fino a 50 mq, contro una crescita intorno al 5% dai 50 fino ai 115 mq. Il dato riferito all’intera provincia invece vedeva un aumento su tutte le classi dimensionali, in particolare per le abitazioni più grandi, con un +6,6% nella classe da 115 mq a 145 mq".
Dunque più che una rivoluzione, lo sviluppo di un embrione che però avrebbe bisogno di essere nutrito. Come? "L'ecobonus - avanza come ipotesi Dell'Uomo - potrebbe essere un ottimo sostegno al mercato immobiliare. Meglio ancora se potesse ricomprendere anche le seconde case. Certo: anche le banche dovrebbero fare la loro parte ma purtroppo, in queste settimane, stiamo assistendo ad una brusca frenata nella concessione dei mutui, con ogni probabilità conseguenza dei timori che offuscano l'autunno".
Eppure dalle circa 700 agenzie immobiliari che in provincia movimentano il mercato e che sono tornate tutte al lavoro, arrivano valutazioni interessanti. Tipo quella che vede un ritorno sul mercato di quelle case che, magari un po' vetuste ed emarginate perchè un po' grandi o con un po' di verde, adesso tornano appetibili perchè possono costituire un buon investimento, soprattutto se il bonus dovesse, nei fatti, assomigliare molto agli annunci.
Nel frattempo, e pur sapendo che stiamo parlando del 2019, ovvero di un'era geologica molto distante, va detto che Padova più la cintura urbana movimentavano poco meno del 60% delle transazioni dell’intera provincia, con maggiore incremento, rispetto al 2018, della cintura urbana (+3,8%) rispetto al Comune capoluogo (+1,9).
Comune capoluogo che vedeva una certa qual marcata sofferenza da parte di zone come Salboro (- 44%) e Ponte di Brenta/S. Lazzaro (-36%). Al contrario registrava aumenti in particolare a Torre/Pontevigodarzere/S. Cuore e a Palestro S. Famiglia/S. Giuseppe, con incrementi intorno al 30% anche se il numero maggiore di transazioni a livello assoluto si registrava nella zona Madonna Pellegrina/S. Rita/Nazareth/Sant’Osvaldo, seguita da Arcella Nord/Mortise (quest’ultima zona tuttavia in regresso rispetto al 2018).
A livello provinciale da segnalare in particolare la buona performance della Bassa Padovana (13,3% del totale provinciale), con un incremento molto consistente rispetto al 2018 (+18,1%). Le performances peggiori invece si registravano nel Piovese, con una flessione delle compravendite (-3,8%).
Considerando l’indice IMI (che misura la “movimentazione” degli immobili compravenduti rispetto allo stock immobiliare disponibile) si rileva su un dato provinciale medio di incremento dello 0,07, un risultato interessante sempre della Bassa, che risulta il più alto (+ 0,29) delle macroaree provinciali.
Relativamente infine alle quotazioni medie delle abitazioni, Padova città registrava una flessione di quasi un punto percentuale (- 0,9%) su un dato medio provinciale comunque in flessione (-0,2%), mentre il dato regionale medio registrava invece una sostanziale tenuta (+0,1%). "Ripeto - conclude Dell'Uomo - quello era il 2019. Adesso abbiamo di fronte uno scenario mai visto che, con ogni probabilità, si tradurrà in dati che, adesso come adesso, non possiamo nemmeno lontanamente preventivare".